martedì 19 maggio 2015

"Ricostruire dal deserto" - Paolo Giordano

Questa mattina presso il Centro Incontri della Regione Piemonte a Torino si è svolta una giornata di approfondimento sulla DGR n. 15-7432 del 15 aprile 2014 “Approvazione di indicazioni operative per i servizi inerenti i luoghi per il diritto-dovere di visita e di relazione (cosiddetti di luogo neutro).

Dopo i saluti delle Autorità ha preso la parola Paolo Giordano, lo scrittore del famoso romanzo "La Solitudine dei Numeri Primi".

Ho trovato originale l'idea di coinvolgere uno scrittore del calibro di Giordano per aprire una giornata densa come quella appena trascorsa. 
L'originalità non è tutto, però. 
Giordano è stato molto bravo perchè è riuscito ad introdurre un argomento così specifico e delicato con un suo scritto dal titolo "Ricostruire dal deserto", testo  non tecnico, ma sicuramente interessante, 
Non ho trascritto l'intera lettura, ma alcuni passaggi fondamentali che mi hanno particolarmente colpita.

"Maggiore è l'affetto che ci lega, maggiore è la paura di rivedersi. E' una paura incontrollata".

E' necessario "allenare al ritrovarsi"

"Intendo i luoghi neutri nel senso più poetico del termine, come sinonimo di equilibrato"

"Li immagino come piccoli deserti racchiusi fra le mura, non una zona morta, ma in attesa di vita, un luogo potenziale di vita che può rigenerarsi"

"Non avere un'immagine triste di luogo neutro. Gli operatori sono sorveglianti neutrali fra genitori complicati e figli"

Conclude con una citazione di Jung "il sale dell'amarezza trasformato nel sale della saggezza"  riferendosi al perdono ed all'esperienza dello stesso.

Ho apprezzato davvero la metafora del deserto, ho apprezzato le sue parole ed il racconto personale che ci ha regalato. 

Una parola su tutte ha predominato "ri-connessione" e credo sia la parola che meglio può "disegnare" quanto è stato detto questa mattina. Non voglio aggiungere altro perchè tutto quello che oggi è stato detto, per quanto  mi riguarda, deve sedimentare e prendere una forma.

Chiara

Dimenticavo..."sicuramente questa non sarà una giornata da scotomizzare"

lunedì 18 maggio 2015

...il valore delle piccole "cose"

Ci sono giorni dove mi guardo dentro, mi guardo attorno e...

Oggi è uno di questi giorni.

...e mi chiedo se sto facendo i passi giusti;
...e mi chiedo quanto tempo ho perso;
...e mi chiedo quanto tempo mi resta;
...e mi chiedo quanto tempo invece avrei dovuto dedicare;
...e mi chiedo cosa mi resta;
...e mi chiedo se essere quella che sono vale qualcosa;
...e mi chiedo se quel sogno, prima o poi, si farà afferrare... e ancora tanti se.

L'orologio, puntuale, segna ora dopo ora.
Il tempo corre ed io cerco di stargli dietro, ma non sono certa di avere l'allenamento giusto.

Lo specchio, sincero, mi ricorda che qualche ora di sonno in più mi farebbe bene.
Quella ruga di troppo, l'occhiaia più colorata del previsto.

Sto faticando, perchè negarlo?
Talvolta sto sveglia fino alle 2 di notte per capire come scrivere una cosa, oppure come preparare un colloquio, o cercare di affrontare al meglio una situazione.

Non si finisce mai di imparare ed ogni giorno è una scoperta, una prova, una delusione o...una soddisfazione.

E' a loro che voglio dedicare questo post... non era l'idea originaria (erano le frustrazioni), ma mentre sto scrivendo ho pensato a quei piccoli tasselli che, magari non tutti i giorni, compongono il mio percorso professionale.

Devo dare ragione a chi dice che sono le piccole cose ad avere un gran valore, eccole davanti a me.
Devo imparare a riconoscerle meglio, ci sono...non hanno un cartello luminoso attaccato, ma aspettano di essere trovate.

Esistono e di loro mi devo nutrire.

Chiara

venerdì 1 maggio 2015

1 maggio - Festa dei Lavoratori

Paolo Petrucci. Presidente Cooperativa Animazione Valdocco

Oggi, come ogni anno, in Italia ed in alcuni paesi del mondo si festeggia il "1 maggio".

Ieri sera i telegiornali hanno voluto celebrare questa festa con alcuni dati disarmanti quando allarmanti: la disoccupazione tocca la soglia del 13% (dati Istat). La disoccupazione giovanile è oltre il 43%.

Trovo questi dati spaventosi.
Leggo gli articoli inerenti a questa notizia e rimango attonita.
Rifletto e penso che è la festa dei lavoratori.

Questa festa richiama le battaglie operaie e delle conquiste ottenute.

Negli anni passati si lottava per avere condizioni di lavoro più umane, veder riconosciuti i diritti dei lavoratori, ai giorni nostri si lotta per avere uno "stralcio" di lavoro o per tenersi quello che si ha con le unghie e con i denti.
Sempre di lotta si tratta. Di resistenza.

Mi confronto con amici, con conoscenti e con studenti e spesso quel velo di tristezza e speranza oramai venuta meno prende il sopravvento.

Incertezza verso il futuro.
Avremo mai una famiglia?
E la pensione?
E...se sto a casa un giorno, che succede?
La paga è troppo bassa, non è corretto?
Lavoro anche in nero, la bolletta la devo pagare.
Faccio tre lavori che, però, non ne fanno uno.

Sono discorsi tristi e, forse, troppo pesanti per un giorno di "festa", ma è bene ricordare anche questo lato della medaglia.

"L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro" recita la nostra Costituzione, credo che tanti ancora credono a quelle, penso che sia necessario supportare queste persone.
Dal Governo fino al piccolo imprenditore.
Dallo Stato al datore di lavoro.
E' necessario guardarsi attorno e ri-scoprire il valore di coloro che hanno voglia di lavorare pur di sentirsi "uomini" o "donne".
E' doveroso nei confronti del nostro Paese creare le condizioni per poter uscire da una situazione così dura e risorgere.

Lo dobbiamo ai nostri figli, lo dobbiamo a noi che siamo il presente e lo dobbiamo a chi, nel passato, ha lottato.

Io oggi "festeggio" da lavoratrice, ma credo sia necessario "festeggiare" tutti i giorni una tale ricorrenza, perchè il lavoro nobilita l'uomo... ci credevano Darwin e Marx e ci credo anche io!

Chiara