domenica 2 dicembre 2012

2 dicembre - giornata mondiale per l'abolizione della schiavitù

Si celebra il 2 dicembre, in quanto il 2 dicembre del 1949 veniva approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, la Convenzione per la repressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione.

Oggi penso sia possibile estendere il concetto di "schiavitù" a varie forme di plagio, detenzione e violenza come ad esempio: la tratta di esseri umani, schiavitù minorile, lavorativa, sessuale e monetaria (qualora si costringa qualcuno a lavorare per estinguere un debito).
E' bene ricordare che ogni forma di schiavitù sopracitata è un reato quindi un atto punibile al quale corrisponde una pena, inoltre la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che la schiavitù è un crimine contro l'umanità sancendo, quindi, la libertà di ogni essere umano di pensiero, di scelta e di vita.

Da sottolineare è l'importanza della dignità di ogni singola persona, ed è bene ricordare come sotto queste forme di schiavitù vi sia un business e che, la vita di ciascuno di noi, non è un valore monetario, ma un valore a prescindere da qualsiasi cosa e che, come tale, va rispettato e non violato.
Per questi motivi, è bene che si riscoprano i valori dell'uguaglianza sociale, della solidarietà, del rispetto di ciascun individuo e di quanto sia sbagliata la violenza (in ogni sua forma).

Come sempre è bene lasciare qualche numero che renda l'idea della concretezza del fenomeno: secondo i dati forniti dall'ONU 27 milioni di persone sarebbero ridotte in schiavitù, a parer mio, questo, è un dato allarmante.

Concludo questo mio articolo con le parole del segretario-Generale Onu Ban Ki-moon, in un discorso del 2009:
«Per lotta contro la schiavitù non si intende soltanto la sua proibizione dietta dalla legge, ma anche la lotta contro la povertà, l'analfabetismo, le disparità economiche e sociali, la discriminazione di genere e la violenza contro donne e bambini. Abbiamo bisogno di far rispettare le leggi contro la schiavitù, creare meccanismi di lotta contro tali pratiche; rafforzare bilaterali, regionali e internazionali di cooperazione, anche con le organizzazioni non governative che assistono le vittime, e di lanciare campagne di sensibilizzazione»

Chiara

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