giovedì 1 novembre 2012

Presentazione del XXII dossier immigrazione Caritas / Migrantes


Anche quest’anno è stato presentato il dossier nazionale sull’immigrazione redatto da Caritas e Migrantes.
Il messaggio che il dossier statistico ha voluto divulgare è “Non solo numeri” in quanto dietro a questi ultimi, ossia i numeri, che come vedremo successivamente, sono in aumento, vi sono vicende personali, storie di vita e la dignità umana.
E’ oramai assodato che la migrazione sia un fenomeno sfaccettato e come sia impossibile conoscerlo appieno, poiché è in costante cambiamento (come ad esempio i paesi di provenienza ed arrivo, le modalità), ma questo non deve impedire di ricordare quanto sia importante conoscere chi emigra, le motivazioni e per questo motivo, non considerare l’immigrazione un avvenimento, esclusivamente, oggettivo.
Per questi motivi non è più possibile parlare di immigrazione come un’ “emergenza”, come un fatto sporadico, anzi le previsioni ed i dati confermano quanto sia un fenomeno destinato a proseguire, importante dunque non generalizzare qualora si voglia parlare di “migrazioni” e soprattutto non avere un atteggiamento mentale pre – giudizievole (ad esempio il 60% degli italiani non sposerebbe uno straniero). Al fine di evitare questo sarebbe auspicabile una grande forza sociale che promuova una realtà in grado di accogliere e di produrre cambiamenti, anche a livello legislativo.

Per poter comprendere meglio il fenomeno è bene dare uno sguardo ai dati che il 22° rapporto della Caritas Migrantes ha fornito:
214 milioni i migranti nel mondo
33 milioni in Europa (nel 2010)
5 milioni in Italia (nel 2011)
Dal 1999, i migranti, sono aumentati di 10 volte
7, 4 miliardi di rimesse (somme di denaro inviate nei paesi di origine) nonostante la crisi mondiale
34117 richieste di asilo presentate in Italia
7155 richieste di asilo accolte in Italia
5 milioni di persone straniere regolarmente presenti in Italia di cui 1 su 7 nato in Italia (nel 2011 l’Istat ha affermato come sia positivo il saldo di nascite fra i migranti e negativo quello degli italiani)
Circa 7700 presenze dei CIE
Circa 8000 respinti
Circa 16000 rimpatri
Circa 21000 non ottemperanti
Circa il 30 % delle presenze (In Italia) è di cittadini comunitari
Circa il 24 % delle presenze (In Italia)  è di cittadini non comunitari
Circa il 22 % delle presenze (In Italia)  è di origine Africana
Circa il 18 % delle presenze (In Italia)  è di origine Asiatica
Circa l’8% delle presenze (In Italia)  è di origine Americana
2,5 milioni sono gli occupati migranti presenti nel nostro paese (l’85 % è occupato nel settore dell’assistenza, il 33 % nel settore dell’edilizia ed il 10 % nel settore infermieristico)
Tasso di disoccupazione è del 12 % a fronte del 8% italiano
Il bilancio costi / benefici è di 1, 7 miliardi di euro

A fronte di questi numeri è bene porre in essere sia una riflessione personale che, a livello più esteso, sociale.
Va ribadita l’importanza del non discriminare,  del non giudicare a priori e del non generalizzare e per questo motivo sarebbero utili iniziative di accoglienza e procedure di pari opportunità (vedesi il costo del permesso di soggiorno – circa 80€ - mentre la carta dì identità cartacea costa 5€), sarebbe auspicabile che venissero semplificate le procedure burocratiche, che ci fosse un recupero del sommerso (lavoro nero), che a livello politico ci fosse una programmazione adeguata dei flussi ed infine, che ci fosse un’apertura maggiore alla libertà di religione.
E’ importante ricordare, al termine di queste riflessioni, come l’Italia abbia un fragile sistema di accoglienza tant’è che il Tribunale di Stoccarda con sentenza del 12 luglio 2012 ha ritenuto «illegittimo rimandare in Italia un richiedente asilo, registrato inizialmente nel nostro paese, adducendo come motivazione il rischio di ricevere un “trattamento disumano e degradante”».
Siamo un popolo storicamente migrante, per questo motivo dovremmo ben comprendere l’importanza di un cambiamento a livello culturale che sia più inclusivo ed accogliente, senza dimenticare però le reciproche differenze che, stante quello che si potrebbe pensare, arricchiscono il nostro bagaglio culturale personale e ci permettono di confrontarci con quello definito “diverso”.

Chiara

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